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Grotte di Frasassi: dove si trovano e storia della scoperta

Indice

Entrare nel cuore profondo della natura più incontaminata e poi giù, ancora più giù, fra grotte antichissime e gole scolpite da fiumi sotterranei, acque cristalline di laghi segreti e altissime colonne di pietra, anfratti nascosti e incantevoli bellezze, rimaste nascoste all’occhio dell’uomo solo fino a pochi decenni prima. Le grotte di Frasassi sono tutto questo, e molto di più. Queste imponenti sale di pietra vi lasceranno senza parole! Le formazioni carsiche hanno creato nel tempo degli scenari davvero giganteschi, contraddistinti da colonne altissime e affascinanti. Le grotte di Frasassi si trovano all’interno del Parco Naturale della Gola della Rossa, a Genga, vicino Ancona: per arrivarci bisogna entrare nel cuore stesso delle Marche. Un viaggio all’interno delle sue mura di pietra vi farà sentire su un altro pianeta. Se siete alla ricerca di percorsi di trekking nelle Marche, questo luogo fa proprio per voi: amerete passeggiare lungo i fiumi sotterranei e attraverso le formazioni rocciose: insomma, una meta imperdibile nel corso delle vostre vacanze nelle Marche! Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo luogo strabiliante!

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Grotte di Frasassi: storia della scoperta

La prima parte delle grotte fu scoperta già intorno agli anni ’50, e in tutto il decennio successivo fu esplorata più volte da gruppi di speleologi delle Marche. La scoperta della parte più grande avvenne nel 1971, a opera di sette esploratori di Ancona. Dopo aver sentito una forte corrente d’aria provenire da una piccola apertura, decisero di ampliarla quel tanto che bastava per passare e scoprire cosa ci fosse dall’altra parte. Capirono subito che si trattava di un luogo più grande di quanto si potesse immaginare, e tornarono con attrezzature adeguate per poterlo studiare. L’immenso spazio è chiamato “Abisso Ancona” in onore della loro città di provenienza.

Le sale

Dopo la più grande scoperta degli anni ’70, sono partite altre esplorazioni, che hanno portato al ritrovamento di molte altre sale. C’è, ad esempio, la “Sala delle Candeline”, chiamata così per le piccole stalagmiti che la caratterizzano; c’è la “Sala dell’Orsa”, chiamata così per la grande roccia che, nel tempo, ha assunto le sembianze di quella che sembra un’orsa; c’è la sala dal colore bianchissimo dovuto agli strati di calcite pura, chiamata quindi “Sala Bianca”. C’è anche la famosa “Sala dell’Infinito”, il cui nome poetico è dovuto alla sua forma irregolare e circolare, che ha portato i primi speleologi a girare in tondo più volte, come se si fossero persi in un circolo infinito.

Fauna e curiosità

Nelle grotte non arriva la luce naturale, e oggi le sale sono illuminate solo da luci bianche e fredde, che non compromettano la temperatura costante all’interno delle grotte. Nonostante il buio, comunque, sono state trovate molte specie animali all’interno delle grotte. Ci sono più specie di pipistrelli, miniotteri, tritoni, invertebrati e vari tipi di salamandre. Una curiosità sul posto: calcolandone il volume, l’Abisso Ancona è così grande che potrebbe contenere il Duomo di Milano. Straordinario!

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