Scegli tu l'orario che preferisci
Tra Africa e Oriente
A poca distanza dalle coste della Tanzania - nel continente africano -, dove per secoli sono transitate spezie pregiate, si trova l’arcipelago di Zanzibar: un luogo ricco di fascino e di scorci straordinari.
Vicina al cuore dell’Africa e a poca distanza dalle Indie, quest’isola è un caleidoscopio di culture. Un viaggio coinvolgente, a stretto contatto con una cultura millenaria che sa essere aperta alle influenze di ogni civiltà, vicine e lontane.
SULLA TRATTA DEI MERCANTI DI SPEZIE
Il primo forte impatto con questa perla d’Africa è senz’altro olfattivo e ti avvolge fin dall’atterraggio, quando il portellone dell’aereo si apre ed istantaneamente le tue narici sono punte dalla miscela di tutte le fragranze sprigionate dalla natura di quest’isola. Perchè Zanzibar è l’isola delle spezie! Qui si coltivano la cannella, la curcuma, il ginger, il pepe, la vaniglia, lo zafferano e i chiodi di garofano: questi aromi si fondono poi a quelli delle piantagioni di cocco e baobab, alle delicate sfumature sprigionate dall’albero del pane e a quelle dell’henné. Si compie così un autentico viaggio olfattivo dove ai colori di una natura straordinaria si abbinano aromi sempre diversi, talvolta pungenti, talvolta delicati, ma sempre affascinanti.
Chi cerca un’esperienza di viaggio davvero unica, a Zanzibar ha modo di poter approfondire il complesso e articolato mondo delle spezie, ripercorrendone la storia commerciale oppure visitando i luoghi dove vengono prodotte. Fra i luoghi più interessanti ci sono le tipiche shemba, le tradizionali fattorie zanzibarine, dove da secoli si coltiva la cannella dalla cui corteccia vengono estratte le stecche che tutti conosciamo. Si tratta anche dei luoghi migliori dove fare scorta di questa spezia delicatissima, un vero tesoro da portarsi a casa, in grado di farti rivivere il tuo viaggio meglio di qualunque altro souvenir.
La cultura locale è legata a doppio filo con il commercio delle spezie. Basti pensare che in epoca coloniale queste merci preziose ed aromatiche - provenienti dalle Indie e dalle altre coste africane - transitavano quasi tutte in quest’area. È naturale, quindi, che nel corso dei secoli la cucina locale sia stata influenzata da questi scambi e dal transito di persone provenienti da diverse parti del mondo. La gastronomia zanzibarina è infatti un mix di culture diverse come quella araba, indiana, portoghese, inglese e cinese. Le ricette sono complesse e raffinate, basate su alimenti come cocco, mango, manioca, mais, ananas, agrumi, riso e un uso creativo delle spezie. La popolazione autoctona è legata al mare in un rapporto viscerale e quindi la pesca è una delle attività più diffuse sull’isola; sulle tavole locali il pesce è freschissimo e davvero molto vario. Aragoste, tonni, sgombri, calamari, polpi e ostriche sono molto diffusi. Si può tranquillamente affermare che la cucina di Zanzibar è una sorta di incontro fra Africa e Oriente, ma con un pizzico di Europa. Fra i piatti da assaggiare ci sono il tradizionale sorpotel (bollito misto di interiora di manzo e carne di maiale con curry), pasta di tamarindo e aceto, lo squalo al pepe, il boku-boku (spezzatino di carne cotto nel frumento con spezie, pomodoro, cipolla e molto peperoncino), il popolare riso pilau (con cocco, noci e spezie) e il pwewa wa nazi (polpo cotto in latte di cocco con curry, aglio e lime).