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Reggae e rastafari

14.09.2016
Indice

Quando si parla di Giamaica si finisce col parlare inevitabilmente di musica reggae. Non è soltanto un luogo comune! Qui la musica è davvero un tratto caratteristico della cultura locale e una manifestazione di spiritualità.

I Giamaicani sono persone semplici, rilassate e disponibili, che mettono al primo posto, fra le necessità quotidiane, la famiglia, la religione, ma anche il divertimento.

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Cultura rastafari

In Giamaica si parla inglese, creolo, e più spesso un mix delle due lingue con una cadenza e un accento davvero particolari. Chi arriva da queste parti e parla inglese viene subito capito da tutti, ma non si deve aspettare di comprendere tutti al primo colpo. La parlata giamaicana, infatti, usa termini gergali e modi di dire intraducibili. Il 'me' inglese viene poco usato e si preferisce usare sempre 'I'. Non sentirete quindi dire 'You and me' ma più spesso 'You and I'. È facile sentirsi a casa una volta arrivati qui. La gente è disponibile ed ospitale.

Fra le strutture Eden Viaggi presenti sull’isola caraibica c’è il Ciao Club Grand Palladium Jamaica Resort & Spa, caratterizzato da un’atmosfera rilassante, tipica giamaicana. La famiglia in Giamaica è una vera istituzione e comprende una fitta rete di zii, zie, cugini, nonni e un vero e proprio esercito di bambini. Questi nuclei allargati forniscono sostegno economico, aiuto fisico e tanto calore ad ognuno dei loro membri. Non ci sono troppe distinzioni generazionali: gli anziani, gli adulti, i giovani e i bambini trascorrono molte ore del giorno assieme, senza troppe disparità fra uomini e donne i cui ruoli sono spesso intercambiabili. L'aspetto religioso è un altro degli elementi decisivi della cultura locale. Per la maggior parte i giamaicani sono cattolici, protestanti o aderiscono alla religione rastafari. Il rastafarianesimo nasce in Giamaica ai primi del novecento. Ispirato dalla predicazione di Marcus Garvey, prende le mosse dal cristianesimo basando la propria fede sul fatto che i rastafariani sarebbero una delle perdute tribù di Israele, ridotta in schiavitù e portata in Giamaica. Il loro ritorno nella terra promessa - l'Etiopia - coinciderà con la loro stessa salvezza. I giamaicani possono essere ortodossi, aderire all'ordine di Bobo Shanti e seguire alla lettera i precetti del Vecchio Testamento, oppure più mistici e seguire il credo Nyahbinghi, o ancora abbracciare uno stile di vita più liberale.

Non solo Bob Marley

La cultura rastafari è alla base della nascita della musica reggae e fa parte di quello stesso stile vita. Il binomio musica reggae e Giamaica è quantomeno azzeccato. Il reggae nasce in Giamaica a metà degli anni sessanta ed è un mix di musica caraibica (calypso e mento), rocksteady e black music statunitense. Bob Marley è considerato il maggior esponente ma sarebbe un torto limitarsi solo al suo nome e dimenticare tutti quegli artisti come Gregory Isaacs, Horace Andy, Lee ‘Scratch’ Perry, Max Romeo o Desmond Dekker che hanno inciso per etichette discografiche locali come Trojan, Studio One e molte altre. Al di là delle caratteristiche del genere (e dei molti sottogeneri, come dub, lovers rock, roots, dancehall e raggamuffin) a rendere speciale il reggae è anche il suo sistema di produzione e diffusione. Si tratta – almeno fino alla metà degli anni settanta – di una musica essenzialmente fatta da 45 giri pubblicati da negozi di dischi con studio discografico annesso. Una band veniva incaricata di incidere una base musicale, chiamata riddim, e alcuni cantanti venivano chiamati per cantarci sopra, ognuno con una parte vocale diversa. In questo modo le stesse musiche potevano avere melodie e testi completamente diversi. Il reggae nasce anche per essere suonato in grandi feste, generalmente private, a volumi altissimi. Oggi – con l’avvento della musica digitale – molto del fascino di una volta è andato irrimediabilmente perduto. È difficile trovare negozi di dischi in Giamaica, se non per collezionisti. La musica circola sull’isola sotto forma di mp3, in streaming, oppure in copie pirata realizzate nei mercati e vendute fra spezie, cibi e animali. Ciò nonostante ovunque ci si trovi la musica reggae è sempre in sottofondo, dagli uffici ai bar sulla spiaggia. E non mancano le feste dove poter ballare reggae per tutta la notte. Un’esperienza davvero unica.

A tavola in Giamaica

La cucina giamaicana è tipicamente caraibica: varia, colorata e gustosa, generalmente realizzata partendo da prodotti freschi. L'ackee saltato - un gustosissimo frutto locale - viene abbinato a del pesce salato per creare un contrasto fra gusti diversi, e servito con contorno di verdure e pancakes di mais. Carne e pesce – di ottima qualità (specialmente i crostacei) – sono piatti molto diffusi a queste latitudini. Una vera prelibatezza sono le grigliate, fatte con legna aromatica e peperoncino, davvero molto gustose. In Giamaica esistono alcuni dei peperoncini più piccanti del mondo e quello che per la cucina Giamaicana è delicatamente piccante, per un europeo può risultare un’esperienza ai confini del gusto e della realtà. Tanto per farsi un’idea, in Giamaica si possono trovare gli Scotch Bonnet, terzi nella classifica di piccantezza al mondo. Sono praticamente immangiabili a meno che non si possieda un palato di ferro. I giamaicani hanno una vera passione per la frittura; infatti la loro cucina è costituita da molti alimenti fritti, dal bammy (una schiacciatina di cassava) alla carne, al pesce e a qualsiasi altra cosa possa essere cotta in questo modo. La frutta è semplicemente meravigliosa, in particolar modo le banane, mentre chi ama i dolci non deve perdersi il budino di patate dolci, una vera delizia per il palato, fatto di zucchero e spezie. Per ‘spengere’ sul palato spezie e peperoncino si beve una birra leggera, la celebre Red Stripe, o l’ottimo rhum locale, meno pregiato di altri concorrenti caraibici ma davvero di ottima fattura.