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Luxor, regina d'Egitto
Luxor, l'antica Tebe, capitale turistica dell'Egitto, sessantamila abitanti sospesi fra l'antico e il moderno. La incontriamo all'alba, in una splendida mattina di sole. Alcuni ambulanti dai visi segnati ci vengono incontro per tentare di venderci improbabili pacchetti turistici mentre noi prestiamo loro poco ascolto, rapiti come siamo da lui, il grande e superbo Nilo.
La leggendaria Nefertari e la Valle delle Regine
Attraversiamo il fiume per raggiungere la Valle delle Regine, luogo incantato in cui si nascondono settantacinque tombe di regine e principesse. La prima visita è dedicata a lei, Nefertari, la più bella delle regine, come indica il suo stesso nome, moglie prediletta di Ramses II, il più celebre di tutti i Faraoni dell'antico Egitto. Bella ancora oggi, nella sua veste bianca con cui è coperta negli affreschi ben conservati che decorano la sua dimora eterna, Nefertari ci affascina e rapisce i nostri pensieri. Nefertari, con ogni probabilità di origine tebana, era venerata dal suo popolo al punto di meritare un tempio ad Abu Simbel ed era così amata dal marito da comparire accanto al marito anche in un'incisione nel tempio di Luxor.
Proseguiamo il cammino in questo luogo incantato. Più avanti ci colpisce lasciandoci senza parole la costruzione a tre piani in cui riposta Hatshepsut, unica donna faraone della storia. L'imponente struttura sembra quasi sorreggere la montagna mentre poco più in là, disegni di incredibile fattura onorano la memoria di Khaemuaset e Amonherkhopeshf, le due leggendarie figlie di Ramses II.
I misteri e il fascino della Valle dei Re
Proseguiamo il nostro viaggio alla volta della Valle dei Re, percorrendo una stretta strada che corre fra ripide pareti rocciose. Due grandi statue di Amenhotep III ci guardano dall'alto della loro imponenza; si tratta dei celebri Colossi di Menmone, grandi sculture in pietra cariche di leggende. Secondo testimonianze greche e romane, le due statue non appena venivano colpite dal primo raggio di sole del mattino, iniziavano a cantare. L'effetto, reale, era dovuto ad alcune particolarità della roccia nella quale erano state scolpite; oggi, a causa di un antico intervento di restauro, I Colossi non salutano più il giorno con il loro canto ma sono rimaste comunque a difendere il sonno eterno dei faraoni del Nuovo Regno. Saliamo fra le montagne, il caldo è torrido, ma l'atmosfera è talmente carica di mistero da non lasciare spazio alla stanchezza. Nella Valle dei Re, una necropoli di assoluta originalità, in cui si nascondono più di sessanta tombe di altrettanti sovrani. Il sito nacque in un'epoca fra il 1500 e il 1000 avanti Cristo quando, per contrastare i saccheggiatori, si abbandonò l'uso delle piramidi e si decise di venerare l'anima dei faraoni costruendo per loro dei templi nelle città, lasciando che il loro corpo riposasse al riparo di queste montagne. Non tutte le tombe sono accessibili al pubblico, ma in ognuna di quelle che visitiamo il susseguirsi di stanze e corridoi, i cieli stellati dipinti sui soffitti, i racconti di miti e leggende, ci producono un brivido che corre lungo la schiena. La lunghissima tomba di Sethi I, il prezioso sepolcro di Ramses II, il costruttore, l'uomo eterno (visse circa ottant'anni in un'epoca in cui l'età media arrivava a quaranta), e la dimora di Ramses III, il sovrano sotto il cui regno gli uomini scioperarono per la prima volta nella storia, proprio mentre scavavano nella Valle dei Re, e infine la tomba di Tutankhamon.
La maledizione di Tutankhamon
Nel 1922 un archeologo inglese di nome Howard Carter e Lord Carnavon, un nobile inglese invalido, eccentrico e determinato, decisero di intraprendere una faticosissima campagna di scavi proprio nella Valle dei Re. Quando ormai tutto sembrava essere già stato scoperto e saccheggiato, ma dopo mesi di delusioni e di fatica, ecco finalmente una tomba inviolata e con essa improvvisa anche la morte dei due eccentrici archeologi. Si iniziò così a parlare della maledizione di Tutankhamon, l'ultima di una serie di leggende e di intrighi misteriosi che avvolgono la Valle dei Re e la Valle delle Regine. Scivoliamo placidamente sul Nilo a bordo di una feluca; il motivo di quest'ennesima avventura è la visita all'Isola delle Banane, un isolotto privato completamente ricoperto di aranci, mandarini e banane, appunto. La realtà è che vogliamo salutare l'Egitto da qui, da quel grande corso d'acqua artefice di una civiltà che non smetterà mai di affascinarci con la ricchezza delle sue leggende e la bellezza della sua eredità storica.