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Il Nilo e il deserto
Acqua e sabbia. Pochi altri elementi sono apparentemente così complici. In Egitto il deserto orientale occupa quasi un quarto della superficie, mentre il Nilo si snoda per 6800 km tra le anse di un paese davvero affascinante. Una distesa di sabbia e altopiani quasi disabitata, in netto contrasto con le popolate sponde del fiume più grande del mondo dove è fiorita una delle civiltà più importanti dell’antichità.
ASSUAN, L’ACQUA E LA STORIA
Il rapporto fra gli Egizi e il loro fiume sacro è forte quanto il tentativo di strappare al deserto aree coltivabili. In pochi altri posti come nel moderno Egitto è possibile toccare con mano l’assiduo e coraggioso confronto di un popolo con le sabbie e le acque del fiume.
Lo straordinario complesso archeologico di Abu Simbel sorge sulle sponde del Lago Nasser, un invaso artificiale finito di costruire nel 1970. Sulla riva occidentale si ergono due enormi templi in roccia, scavati nel fianco della montagna per volere dal faraone Ramses II, nel XIII secolo a.C.. Se fosse rimasto dove sorgeva originariamente il complesso sarebbe stato sommerso dalle acque, invece, l’intero sito archeologico - una delle meraviglie dell’antichità egizia - è stato interamente spostato fra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ’70 per consentire la realizzazione del lago e della Grande Diga che imbriglia le acque del Nilo per dare energia elettrica a gran parte del Paese. Quattro statue di Ramses II, alte circa 20 metri, accolgono il visitatore e introducono al tempio maggiore che è costituito da diversi ambienti, fra cui una grande sala centrale e uno spazio dedicato al santuario vero e proprio. Ad un centinaio di metri di distanza, sulla medesima collina, si trova il tempio minore dedicato ad Hathor di Ibshek, a Nefertari, moglie di Ramses II, e ad altre divinità femminili.
Stessa sorte - quella di venire traslocato per non essere sommerso - toccò nel 1977 al complesso templare di Philae, fra cui il meraviglioso Tempio di Iside. Originariamente il complesso di Philae segnava il confine fra l’antico Egitto e il resto dell’Africa; era un porto commerciale cruciale per l’economia egiziana ed una cittadella fortificata. L’intero sito archeologico fu smontato, pezzo per pezzo, e ricostruito integralmente ad Agilkia, dove è possibile percorrere la via processionale e arrivare al maestoso tempio, sontuosamente decorato da bassorilievi. Nei pressi di Assuan si possono visitare le Grandi Cave di granito – oggi un vero e proprio museo a cielo aperto - dove veniva estratto il materiale per la costruzione degli obelischi. Si trovano in prossimità delle rive del Nilo per due motivi: l’acqua veniva impiegata nella lavorazione della pietra e il fiume rappresentava la principale via di trasporto di queste opere. Qui si trova il celebre obelisco incompiuto, parzialmente scavato nel granito, ma con il lato inferiore ancora saldamente collegato al terreno. Grazie a quest’opera, ben conservata nel tempo, sono state scoperte molte delle tecniche che venivano utilizzate per realizzare questi straordinari monumenti.
SULLE TRACCE DEGLI DEI
Da sempre le acque del Nilo regalano al suo popolo diverse forme di sostentamento. Questo grande fiume è un’eccellente via per trasportare materiali, fornisce acqua dolce ai terreni coltivati ed energia elettrica alle aziende, ma è all’alba e al tramonto che regala scenari carichi di colore che emozionano ogni viaggiatore.
L’antica Edfu si trova sulla riva occidentale del Nilo, fra Esna e Assuan, in quella che era una posizione strategica per le carovane dirette al Mar Rosso e verso lo storico porto di Berenice. L’importanza della città, dal punto di vista archeologico, è data dal celebre Tempio tolemaico dedicato ad Horus. La statua di questa divinità - metà falco e metà uomo – risale all’epoca tarda greco-romana e riprende i canoni classici dell'architettura egizia. La città moderna sorge oggi dove un tempo vi era il lago sacro, di fronte al tempio, circondata da palme e deserto.
Kom Ombo si trova 40 km a nord di Assuan ed è circondata da piantagioni di canna da zucchero e granturco. Anticamente questa cittadina era un importante scalo commerciale dove sostavano le carovane di ritorno dalle miniere d’oro della Nubia. Era un luogo ricchissimo, come si può intuire dallo splendore dei palazzi e dei templi ancora esistenti. Il Tempio delle Due Divinità è una delle autentiche peculiarità del sito archeologico che sorge nei pressi di Kom Ombo.
Di dimensioni imponenti, il complesso religioso era dedicato a due distinte triadi di divinità: il dio coccodrillo Sobek (composta dallo stesso Sobek, Hathor e Khonsu) e Haroeris (costituita da Horo il Vecchio, Tasenet-Nofret e Panebtani). Edfu e Kom Ombo sono due luoghi aridi per natura, resi fertili dal Nilo e dalla forza dell’uomo sin dalla notte dei tempi. Fiume e deserto: due elementi che creano un rapporto simbiotico, fra un popolo e la sua terra, destinato ad affascinare ogni viaggiatore.