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Gli angoli nascosti di un viaggio in Basilicata

09.09.2015
Indice

Piccoli gioielli dell’entroterra

Visitiamo i gioielli come Venosa o i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa. Dopo pochi chilometri ci immergiamo nella zona protetta piu' vasta d'Italia e in una foresta di pino che arriva fino in spiaggia. La provincia di Potenza offre un'inaspettata molteplicità di ambienti, dove la storia e la natura si sono associate dando vita a centri urbani unici al mondo.

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La storia è passata di qua: Potenza e Venosa

I monti dell'Appennino la fanno da padroni in tutta la zona dell'entroterra, tanto che Potenza gode il primato di capoluogo di regione più alto dell'Italia peninsulare. Visitando il quartiere del centro storico, abbiamo scoperto che è una specie di città nella città: è chiamato abitualmente "Sopra Potenza" e si trova nel punto più alto della città, a 819 m.

Il modo migliore per non perdersi i punti di interesse è percorrere via Pretoria, la strada principale che un tempo conduceva al castello, di cui rimane solo una torre: dal Duomo neoclassico ai bei palazzi, dalla piazza con il Teatro all'antichissima Chiesa di San Michele Arcangelo, attraversiamo tutte le forme di una città segnata dalla dominazione romana, normanna, angioina e borbonica. Ritroviamo la stessa composizione di stili e di architetture anche a Venosa, una città piccola ma che scopriamo straordinariamente bella: l'opera di tutti i popoli che la occuparono l'ha trasformata infatti in uno splendido gioiello, dove le rovine si confondono con il paesaggio moderno in un connubio felice. Il Parco Archeologico è forse per questo il luogo più affascinante, con i resti delle Terme, dell'Anfiteatro e delle Domus, ma anche con quelli delle catacombe ebraiche e del vasto complesso benedettino della SS. Trinità. Quest'ultimo non venne mai completata: la chiesa Nuova ha solo i muri perimetrali e parte del colonnato e ci appare romantica e curiosamente in armonia con le rovine che la circondano. Il centro storico è dominato dal Castello di Pirro del Balzo, un po' rude, soprattutto se accostato alle aggraziate fontane monumentali che si incontrano per Venosa. Per completare il mosaico culturale del luogo, non potevamo che concludere con un aperitivo a base di Aglianico di Vulture, il fantastico e profumatissimo vino rosso color rubino che abbiamo "misurato con il cervello e bevuto con il cuore", come suggeriva il poeta Orazio già nel 65 a. C, nato proprio in questa città.

Borghi incastonati come diamanti, sull'Appennino Lucano

La nostra fedele guida ci segnala che nascosti fra le cime dell'Appennino, la Basilicata ospita borghi che non sono solo fra i più belli d'Italia, ma anche fra i più sconosciuti. E infatti i pittoreschi paesini che incontriamo nel nostro itinerario ci appaiono come sospesi nel tempo, poco visitati, a volte incastonati fra le montagne in posizioni addirittura inverosimili. Proprio come Muro Lucano, letteralmente arroccato su uno sperone di roccia. Il castello svetta su questo "paese presepe", un conglomerato di case medievali strette che i fondatori lo costruirono in un luogo così inaccessibile per difendersi dai Saraceni, insieme ad uno spesso muro di cinta da cui il paese prese il nome. Una scena magica è ammirarlo di sera da lontano, quando sia il castello al di sopra, che il borgo antico sotto sono ben illuminati.

Un tuffo nel verde protetto

Ogni angolo meriterebbe una visita, ma non possiamo terminare il nostro viaggio in Basilicata senza un tuffo in quella natura selvaggia che in questa regione ha fatto da sfondo alle vicissitudini della storia da millenni. Il Parco nazionale del Pollino è la più grande area protetta d'Italia e, fra le altre cose, ospita il Pino loricato, una specie arborea ormai molto rara che si trova intorno ai 1900 metri di altitudine. Le cime del massiccio fanno da sfondo alla nostra escursione, mentre speriamo di avvistare qualche aquila reale, o un capriolo di orsomarso o anche un picchio nero. C'è una pace immensa, e il silenzio ci sembra quasi più profondo quando da una vetta riusciamo a intravvedere da lontano le acque del mar Jonio. Che il pino sia l'albero più tipico dell'area mediterranea lo dimostra anche Bosco Pantano, l'oasi del WWF nei pressi di Policoro che chiude il nostro viaggio in Basilicata. Solo fino a qualche decennio fa le foreste di pino ricoprivano completamente queste coste, affondando le radici nella sabbia fin quasi a incontrare il mare. Quello che rimane sopravvive in questo angolo protetto alla foce del fiume Sinni, un'area dominata dal silenzio, che appare immobile e misteriosa come una foresta incantata. Decidiamo di visitare la foresta partendo dalla zona più interna fino alla spiaggia, in un percorso che ci avvolge fra specie mediterranee dai profumi intensi e preziosi e ci conduce fino alla spiaggia. Ammirando i colori del tramonto che si specchiano sul mare, abbiamo pensato che non potevamo scegliere un momento migliore per concludere il nostro meraviglioso viaggio in Basilicata.