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Masai Kenya: cultura e tradizioni della tribù
Un viaggio in Kenya ti condurrà alla scoperta di una terra davvero affascinante. Qui potrai fare l’incontro di alcune delle specie animali più rare al mondo e vedere dei paesaggi con dei colori mozzafiato, ma non solo! Perché oltre ai safari e ai tour nella savana africana, in Kenya avrai anche la possibilità di entrare in contatto con una delle popolazioni indigene più rinomate: quella dei Masai. Questa tribù abita da secoli il confine con la Tanzania e affascina da sempre i turisti con le sue antiche trazioni e la cultura centenaria. Durante il tuo viaggio potrai entrare nei villaggi Masai e vedere le scene di vita quotidiana che questa popolazione porta avanti da secoli, potrai interagire con essa e ascoltare storie, racconti e leggende! Incontrando i Masai in Kenya, infatti, potrai fare un’esperienza autentica e immersiva da portare per sempre nel cuore. Continua a leggere per scoprire tutto ciò che devi sapere sulla tribù kenyota prima del tuo viaggio!
Chi sono i Masai?
I gruppi etnici del Kenya sono più di 70 e tra questi, i più popolari e conosciuti sono i Masai. Composta da pastori, agricoltori e cacciatori, da sempre nomade, questa tribù è diventata progressivamente un popolo stanziale, e sul territorio africano si contano circa 400.000 appartenenti al gruppo dei Masai. Purtroppo nel corso degli ultimi decenni la riduzione dei terreni da pascolo, l'istituzione delle riserve naturali e alcune forme virali, hanno ridotto drasticamente il numero dei Masai in Kenya. Nonostante ciò questa antica tribù è riuscita a mantenere intatti gli aspetti culturali più tradizionali, gli stessi che contribuiscono a rendere caratteristico e affascinante un viaggio in Kenya: la struttura dei villaggi, i costumi sociali e il tipico vestiario blu e rosso, composto da due tuniche legate in vita con una cintura di cuoio. Una visita ad uno dei villaggi Masai ti darà modo di entrare in contatto con la loro realtà e di osservare da vicino le loro tradizioni.
La Cultura Masai
L'essenza della tribù kenyota risiede nelle sue tradizioni e nella struttura sociale che la contraddistingue. La società Masai è rigorosamente patriarcale, dove gli anziani detengono il potere decisionale. All'interno dei villaggi, infatti, i maschi sono suddivisi in tre gruppi di età: ragazzi, guerrieri (morani) e anziani. Ai giovani viene insegnato fin da subito come accudire il bestiame e iniziano molto presto a prendersi cura di piccoli greggi. Crescendo, i ragazzi Masai in Kenya assumono responsabilità sempre maggiori: l'adolescenza segna un momento importante per loro, nel quale vengono fatti riti di passaggio e cerimonie di iniziazione volte a conferirgli il rango di morani. Uno tra questi è quello dell’acquisizione della lancia, ma possono essere anche i fori nelle orecchie e la circoncisione. Una volta fatto il passaggio da giovane a guerriero, il Masai è incaricato di difendere il proprio villaggio da invasioni o predatori e di combattere se necessario.
Come avviene il passaggio all’età adulta
Un momento decisamente importante nella vita di un Masai è il compimento dei 20 anni di età. In questo anno, infatti, i morani diventano adulti a tutti gli effetti e gli viene concesso di utilizzare anche il kisu (coltello) a due lame. Per consacrare questo evento, la cultura Masai prevede un cerimonia, chiamata “eunoto”, tramite la quale le madri tagliano i capelli ai figli e donano loro un mantello di pelle di capra, che indosseranno fino al momento della circoncisione. Una curiosità è che prima del compimento dei 20 anni gli uomini delle tribù Masai non possono sposarsi, ma devono accumulare le risorse necessarie per pagare la famiglia della sposa con un numero sufficiente di capi di bestiame. Un uomo proveniente da una famiglia ricca può avere più di una promessa sposa, e il numero delle sue capanne (tucul) varierà in base a quello delle mogli e dei figli, seguendo una disposizione ben precisa. Il tucul della prima moglie viene costruito a destra di quella del capo famiglia, quella della seconda moglie a sinistra e via di seguito. Al raggiungimento dei 40 anni l'adulto è considerato già anziano, depositario della saggezza e prodigo di consigli per tutta la comunità.