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Rodi, presente e passato
- Colosso di Rodi
- I cavalieri di Rodi
- Fascino ottomano
Chissà quante cose potrebbero raccontare le intricate vie del centro cittadino di Rodi. Achei, greci, romani, bizantini, ottomani e cavalieri templari hanno fatto di questo luogo un autentico crocevia di culture. Il viaggiatore di oggi deve soltanto passeggiare nel suo antico centro urbano per ascoltare le tante storie che questa città può raccontare e scoprire i suoi angoli più nascosti.
Colosso di Rodi
Considerato una delle sette meraviglie del mondo (secondo una lista che risale al III secolo d. C.), il Colosso di Rodi ha una storia ammantata di mistero. La sua costruzione risalirebbe proprio a quel periodo, in occasione della sconfitta dell’invasore Demetrio I, ad opera degli abitanti dell’isola, dopo un lungo assedio. Per celebrare questa straordinaria vittoria, i rodiesi fecero costruire un’enorme statua, in pietra e bronzo, del dio Helios. Si pensa fosse alta circa 32 metri e, data la sua funzione di faro, che dominasse il porto.
Secondo la leggenda la statua avrebbe dovuto avere le gambe divaricate e i piedi poggiati sui due lembi del porto per consentire alle navi di passare sotto. Tuttavia non vi è alcuna certezza sulle sue dimensioni, né sul suo aspetto e posizione, dato che rimase in piedi appena 67 anni. Cadde in mare nel 226 a.C. a causa di un terremoto. Quando gli arabi conquistarono Rodi, nel 653 d.C., la ripescarono, la tagliarono in blocchi per utilizzarla in altre costruzioni e il bronzo venne rifuso.
Secondo un’altra leggenda (davvero poco credibile ma suggestiva) divulgata dallo scrittore italiano Piero Chiara, parte del bronzo del Colosso sarebbe stato utilizzato molti secoli dopo per la costruzione della grande statua di San Carlo, sul Lago Maggiore.